Una mamma nutrizionista in cucina
Ricette e menù dai sei mesi in su
Chi sono

Dott.ssa Elisa De Filippi
Biologa Nutrizionista
Quando nasce un bambino, nasce anche una mamma
Il giorno della laurea magistrale in Scienze della Nutrizione Umana ero incinta di cinque mesi. Trovare un vestito carino che non mi facesse sentire un sacco di patate fu una vera impresa: non che avessi già un gran pancione, semplicemente i vestiti pre-maman mi stavano troppo larghi mentre quelli “normali” troppo stretti. Riuscii a trovare comunque l’abito adatto. Avevo anche un bel paio di tacchi ma non ti nascondo che tenerli fino alla fine della cerimonia di Laurea è stata una sofferenza per le mie caviglie e le mie gambe “da gestante”.
L’emozione diperò non è neanche lontanamente paragonabile a quella del giorno precedente in cui avevo fatto l’ecografia morfologica. Lì ho avuto la conferma di quello che sapevo dal primo momento in cui ho visto le due lineette rosa sul test di gravidanza: aspettavo un bel maschietto. Valerio.
Ho vissuto quell’attesa come la principessa delle favole che aspetta il principe azzurro.
Ero felice, davvero felice per quel bambino che cresceva dentro di me e per quel traguardo formativo finalmente raggiunto. Tuttavia non potevo stare lì a fare corredini e sognare ad occhi aperti. Quella laurea non bastava: inizio a prepararmi per l’esame di stato, perché si sa, per diventare nutrizionista bisognava andare oltre.
Affronto le quattro prove per l’esame di Stato al nono mese di gravidanza: ho terminato che mancavano circa 10 giorni alla data presunta del parto. Il giorno dell’ultima prova faceva un caldo terribile e silenziosamente pregavo il mio piccolo di prendersela comoda. I suoi calci diventavano sempre più forti e quel pancione era davvero tanto ingombrante. Anche quel giorno ero andata completamente in crisi per la scelta del vestito: non mi entrava davvero più nulla e dovetti rinunciare anche ai tacchi, i miei piedi sembravano due palle da bowling.
Il 26 Luglio 2015 la mia vita cambia: nasce Valerio e con lui nasco anche io come mamma. Lui per me è perfetto: passo le ore a guardare quelle manine e quei piedini così piccoli, pensando “ma davvero questa meravigliosa creatura è una mia creazione?”
Peccato che però l’inizio della mia maternità non è stato tutto quel rosa e fiori che ho sognato per nove mesi.
Decisamente no. Sperimento un po' di tutto. Un travaglio poco rispettato: una bella flebo di ossitocina per accelerare il tutto e per loro il problema del mio travaglio così lento fu risolto. Avevo superato il termine “previsto” per il parto e per loro ero tipo quella bottiglia di latte che giace in frigorifero il giorno dopo la data di scadenza.
Con quella stessa fretta il mio bambino è stato “tirato fuori”: il risultato è stato una cicatrice che mi ha causato una ripresa piuttosto lunga. Dopo 15 giorni dalla nascita di Valerio era ancora difficile stare in piedi per più di 5 minuti consecutivi. Passavo le ore a guardarlo proprio perché potevo stare con lui in braccio solamente seduta sul divano.
Ti lascio immaginare, nelle mie prime settimane da mamma, la difficoltà proprio dal punto di vista motorio nell’accudire quel neonato. Forse per quel motivo il latte, il mio latte, ha impiegato un giorno in più del previsto per essere quello giusto per il mio bambino.
Peccato che qualcuno, in quel brevissimo frangente di tempo, avesse già insinuato l’idea della famosa “aggiunta”. Ma in quella trappola non ci sono caduta, a costo di utilizzare il tiralatte anche in piena notte.
Quelle notti piene di latte, sogni interrotti, pannolini sporchi, pianti inconsolabili. Quelle notti senza sonno. Nessun conosce bene quanto può essere lunga la notte nei primi mesi di vita di un neonato. Nessuno che non sia una neomamma o un neo papà.
Tra l’altro sperimento anche una fame a tratti insaziabile: solo con il senno di poi capisco quanto sia stato giusto soddisfare quella fame notturna con piccoli spuntini. L’allattamento di un neonato non conosce orari, per questo è giusto avere fame più spesso. Ma tutto questo non lo sapevo e pensavo di avere io qualche problema nel dover mangiare così spesso, anche di notte.
Ad essere sincera, io di bambini non ne sapevo assolutamente nulla! Avevo passato l'intera gravidanza a studiare per la tesi di laurea e poi per l'esame di stato. Avevo frequentato un corso preparto che mi aveva regalato tantissime informazioni ma tanta teoria. Poi però trovarsi con un neonato in braccio è qualcosa di completamente diverso!
Se solo avessi avuto un libretto delle istruzioni!
Invece no, il mio bambino era nato senza libretto delle istruzioni, per questo non sapevo che fosse normale che un neonato volesse stare così tanto tempo in braccio o richiedesse di mangiare anche ogni ora.
Hai mai osservato “mamma gatto” che non si allontana mai dai suoi cuccioli se non per cercare cibo o fare i suoi bisogni? Ecco io sono stata questo i primi mesi di vita del mio bambino
Fino al momento in cui, un pomeriggio mentre passeggiavo con il mio piccolo per le strade della cittadina dove tuttora vivo, inizio a dirmi: “Elisa ti ricordi della tua Laurea? Della tua abilitazione? Ti ricordi che effettivamente sei una Nutrizionista?”. Mi cade l’occhio sulla targa di un centro dove poco dopo avrei preso una stanza.
Comincio la mia avventura presso il “Centro Psicologia Castelli Romani” dove tuttora lavoro: Catia e Francesca le due psicologhe con le quali inizio questa collaborazione, sono anche loro mamme. Le vedo raramente, d’altronde l’inizio è stata davvero difficile avviare.
Vuoi davvero che ti racconti quanto sia stato complicato avviare la mia attività da libera professionista in una città in cui nessuno mi conosceva e per di più con un bambino piccolo? Ti risparmio i dettagli: però devo ammettere che lavorare un solo giorno a settimana mi consentiva di avere molto tempo libero da dedicare al mio bambino e allo studio!
Inizio a studiare tutto ciò che all’Università era stato confinato in un unico modulo, ovvero la nutrizione della mamma in gravidanza e in allattamento, fino ad arrivare al magico mondo delle pappe. Quale miglior aiutante nello studiare tutto questo se non il mio bambino che finalmente era pronto a sedersi a tavola con me ed il suo papà?
Stimavo tantissimo la nostra pediatra che mi aveva lasciato libera di allattarlo fino al compimento del suo sesto mese di vita, però non mi andava davvero “giù” il fatto di dare quei papponi pieni di alimenti “speciali” per bambini.
In più, Valerio si è sempre mostrato molto interessato a tutto ciò che mangiavamo noi. Perché non assecondarlo?
Ammetto che il fatto di mettere Valerio a tavola con noi e la necessità di dare ispirazioni “culinarie” ai pazienti che seguivo, mi ha dato la spinta per rimettermi ai fornelli.
Durante gli anni dell’università mi ero allontanata un po' dalla cucina. Spesso mangiavo pizza e panini, ma ora che avevo una famiglia bisognava darsi una mossa, giusto?
Nel frattempo, cerco di darmi da fare anche attraverso degli eventi gratuiti: il mio riguarda proprio l’alimentazione del bambino, ricordo di averlo fissato un sabato mattina di metà Maggio. Ci fu una sola iscritta e ovviamente cancellai tutto.
Da lì ricordo di essermi detta che l’alimentazione dei bambini non interessasse a nessuno, la gente adulta va dalla nutrizionista per fare delle diete, no? Alla fine questo ti insegnano all’università giusto? Giusto o sbagliato che sia, nel frattempo inizio a pubblicare sempre più spesso i pasti della mia famiglia sulla pagina Facebook, riscuotendo un discreto successo. Chissà perché alla fine, circa l’80% delle mie pazienti erano delle mamme!
Inizia un momento sostanzialmente “stabile” della mia vita: il mio piccolo principe cresceva, lo studio era in qualche modo avviato.
Decidiamo che arriva il momento di regalare un fratellino o una sorellina a Valerio. Più che come una magia, Camilla è stata la mia gravidanza arcobaleno. Ammetto, appena ho visto le due lineette rosa sul test di gravidanza, la prima sensazione che ho provato non è stata di felicità, ma paura, terrore che qualcosa potesse andare di nuovo storto.
Ricordo quanto ho pianto durante la prima ecografia: non ci potevo credere, andava tutto bene!
I mesi successivi sono stati un’altalena: io ero provata da questa gravidanza che mi aveva completamente spossata a livello fisico. Contrariamente alla gravidanza di Valerio, soffrii fino al nono mese di nausee, giramenti di testa e malesseri vari.
Nel frattempo quella sensazione che qualcosa potesse andare storto non mi ha mai abbandonato per tutti i mesi della gravidanza. Soprattutto quando a 35 settimane di gravidanza dovetti fare delle ecografie di controllo in più perché la circonferenza cranica di Camilla era davvero troppo piccola, al limite del 3° percentile.
Mi sono ritrovata catapultata all’Ospedale Bambin Gesù per una visita da un neurochirurgo pediatrico il quale mi rassicurò che la bambina, seppur piccola, aveva tutte le carte in regola. Oramai l’avrai capito: non sono riuscita a godermi quella gravidanza fino in fondo.
Arriva Gennaio 2019 e finalmente il 24 nasce la mia Camilla. Un parto meraviglioso e rispettato, questo lo posso dire a gran voce, almeno quello dopo una gravidanza che oserei definire poco piacevole. Ho pianto tutte le lacrime che potevo piangere quando l’ho vista tra le mie braccia, sana, vispa. Viva.
Dei suoi percentili di crescita, da quel momento in poi, non me ne sono più curata: ho deciso che non sarei diventata matta dietro tutti quei numeretti, che mia figlia era una bambina piccola, minuta, così come lo ero io e questo non doveva rappresentare un problema.
Se chiudo gli occhi rivedo il mio rientro a casa con quel fagottino rosa: Valerio che mi viene incontro, il suo sguardo curioso e allo stesso tempo perplesso per quella sorellina che fino a pochi giorni prima era nel mio pancione. I loro primi sorrisi complici, gli abbracci, i baci e la mia commozione nel vederli vicini.
Nei mesi successivi quel fagottino rosa me lo sono portato ovunque: avvolta in una morbida fascia, lei era davvero sempre con me. Anche quando a soli tre mesi ha dovuto percorrere circa 600 km per arrivare fino a Pavia: prima di scoprire la sua gravidanza mi ero iscritta ad un master dedicato ai disturbi del comportamento alimentare ed era arrivato il momento di discutere la tesi.
L’importanza di quella tesi sui “bambini selettivi” scritta a quattro mani, le mie e quella della mia bambina, l’ho rivalutata solo a posteriori ovvero quando con i bambini selettivi ho iniziato a lavorarci davvero.
Nel frattempo i suoi primi sei mesi di vita scorrono molto velocemente. Un caldissimo pomeriggio d’estate ero in riva al mare e mangiavo una pera. Camilla era in braccio a me e aveva compiuto oramai sei mesi: pensavo però che con quel caldo non fosse una buona idea iniziare con i primi pasti. Invece lei afferra la mia pera e inizia davvero a ciucciarla con gusto: mi fa capire “mamma io sono pronta a mangiare con te”.
Con il suo caratterino già molto ben definito, Camilla si è praticamente svezzata da sola: io preparavo lo stesso pasto per tutti, lei decideva quanto mangiarne, come mangiarlo (guai se mi azzardavo ad imboccarla) ma soprattutto se mangiare. Per me era una gioia ed anche una grande soddisfazione vederla così entusiasta a tavola.
Inizio a parlare dei pasti della mia bambina: mi divertivo a pubblicare sui social le sue manine sporche di cibo, i suoi piattini, le sue facce strane ai primi assaggi.
Mi sono detta “quasi quasi ci riprovo”. Vedevo un notevole interesse nei confronti dell’alimentazione della mia bambina. Oltre ai soliti pazienti iniziano a contattarmi delle mamme. Ricordo un piccolo paziente, si chiamava Valerio come mio figlio, 18 mesi e in preda ad una terribile stitichezza, ricordo Ginevra che non voleva in alcun modo mangiare cibo a pezzi ed anche il piccolo Flavio, la cui mamma lamentava una certa inappetenza.
Tutto questo mi entusiasmò, un po’ come se tornare a parlare di bambini e alimentazione mi facesse ritrovare la “verve” iniziale! Come quando si dice “il primo amore non si scorda mai”.
Arriviamo a Febbraio 2020: una strana epidemia inizia a far parlar di sé. Sembrava davvero far paura. Compro per lo studio qualsiasi diavoleria in grado di pulire le superfici, disinfettare e distruggere qualsiasi tipo di batterio. Scrivo ai pazienti che da quel momento in poi non avrei potuto più stringer loro la mano, né tantomeno avvicinarmi troppo. L’8 Marzo 2020 arriva la chiusura totale: qualsiasi cosa viene chiusa, dal bar sotto casa all’asilo dei miei figli, parrucchieri, palestre. Tutto chiuso, lockdown generale.
I pensieri sono tanti, ma quello che sovrasta tutti è solo uno: intrattenere i miei figli, facendo vivere loro quel periodo come una vacanza, come un qualcosa di normale. Ho cantato, ballato, dipinto e cucinato con loro 7 giorni su 7. Ho fatto tutto quello che potevo fare e inventarmi: le scatole di cartone delle scarpe sono diventati garage per le macchine di Valerio e case delle bambole per Camilla. I rotoli di carta igienica diventavano portapenne e binocoli dei pirati.
Mi sembra di vivere dentro una bolla: io e i miei bambini, il resto del mondo fuori.
Cerco seppur faticosamente a lavorare: i colleghi pubblicizzano le consulenze online, d’altronde perché non tentare anche io? Con mia grande sorpresa inizio a fare le queste consulenze a distanza.
Sai quando ti tirano un bel secchio d’acqua gelata sul viso e tu rimani senza respiro per qualche secondo? Poi riapri gli occhi e le cose per un attimo non ti sembrano più le stesse. Ecco per me iniziare a lavorare con le consulenze online è stata un po’ la stessa cosa: da quel momento in poi niente è stato uguale a prima.
Sai perché? Perché le richieste di consulenze erano sempre per lo stesso motivo:
“Dott.ssa le nausee per la gravidanza non mi danno tregua, può aiutarmi?” oppure “Dott.ssa devo iniziare lo svezzamento del mio bambino ma davvero non so da dove cominciare” oppure “Dott.ssa mio figlio ha un anno ma il suo svezzamento è stato un disastro, mi aiuta?” oppure “Dott.ssa ho bisogno di un menù per tutte la famiglia, ho due bambini piccoli e l’organizzazione dei pasti mi mette in crisi, ho bisogno di una sua consulenza”.
Come avevo fatto a non capire che quella era la strada da percorrere? Come avevo fatto ad ignorare il fatto che l’unica cosa di cui avrei parlato per ore ed ore era l’alimentazione della mamma e del suo bambino durante quei complicatissimi primi anni di vita?
Come la bella addormentata che finalmente si risveglia dopo il bacio del principe, riorganizzo completamente il mio lavoro: lavorare con le mamme ed i loro bambini così piccoli richiede una riorganizzazione totale, sia pratica che mentale.
Rivivo nei racconti di queste mamme la mia storia: gravidanze complicate, parti poco rispettati, allattamenti difficili, mamme completamente abbandonate a sé stesse soprattutto in questa pandemia. Rivivo la loro solitudine che poi è stata anche la mia: la solitudine delle neomamme.
Le neomamme sono dei fiori, fragili, delicati: puoi calpestarli ma loro si rialzeranno, posso essere investiti da un vento fortissimo, ma loro non si spezzeranno.
Perché sostanzialmente quando nasce il tuo bambino, nessuno ti fornisce il libretto delle istruzioni, al massimo un foglio prestampato uguale a quello di tutto gli altri, per non contare i consigli strampalati o dettati dalla propria esperienza personale.
“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, recita un antico proverbio africano. Io penso invece che ci voglia un villaggio per crescere una mamma.
Soprattutto a “preparare” una donna a diventare mamma. L’avrai capito: la maternità per me è stato un viaggio ad ostacoli al quale nessuno mi aveva preparato.
Questo non deve accadere anche a te: voglio prepararti a ciò a cui io non ero pronta.
In questo sito e sulle mie pagine social ti spiegherò in maniera semplice ed intuitiva quello che accade a te ed al tuo bambino durante i suoi primi anni di vita, Non lo farò attraverso dei capitoli pieni di nozioni su fabbisogni energetici e calorie ma utilizzerò consigli, ricette e menù.
Le ricette ed i menù che vedrai sono quelli che ho utilizzato per me stessa, quando cullavo i miei bambini nel pancione e per loro, quando hanno iniziato a stravolgere e disordinare la tavola, la cucina. La vita.
Sono le stesse ricette che continuo a preparare insieme a loro: adesso che sono cresciuti ci divertiamo davvero molto a mettere le mani in pasta!
I miei bambini sono stati una fonte di ispirazione preziosa per me. Non finirò mai di ringraziarli per questo motivo! Non finirò mai di ringraziarli anche per la loro disponibilità nel "provare" le ricette nuove che poi pubblicherò sui miei sociale o nella sezione "ricette" di questo sito. Andate a sbirciare, sono sicura che troverete ispirazione anche per il menù della vostra famiglia!
Quando nasce un bambino, nasce anche una mamma.
Nel mio caso è nata anche una nutrizionista.
Una mamma nutrizionista in cucina.
Quando nasce un bambino, nasce anche una mamma.
Nel mio caso è nata anche una nutrizionista.
Una mamma nutrizionista in cucina
I miei titoli:
Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana
presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata";
Iscritta all’Ordine nazionale dei Biologi Italiani (ONB)
N. iscrizione: AA_073741
Titolare di Partita Iva
n. 13732201002
Master Internazionale di I Livello in Trattamento Integrato Multidisciplinare dei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione
conseguito presso l’Università degli studi di Pavia il 3 Aprile 2019
Effettuo visite nutrizionale specialistiche presso il mio studio ad Albano Laziale (RM), Piazza Pia 21.
I miei ultimi corsi e seminari di aggiornamento sono i seguenti:
- 14° Corso di Aggiornamento e Formazione in Alimentazione e Nutrizione Umana, organizzato dalla Scuola di nutrizione salernitana. Corso ECM organizzato dalla Scuola di Nutrizione Salernitana, SNS for life SAGL tenutosi a Salerno, Bologna e online il 25 settembre, 2-8-9-15-16-29-30 ottobre, 12-13-26-27 novembre, 4-11 dicembre 2016;
- “AGGIORNAMENTI IN NUTRIZIONE UMANA 2” e tenutosi a Auditorium dell’Università Urbaniana di Roma- Via Urbano VIII, 16 il 11 e 12 Giugno 2016. CORSO ECM. - Corso FAD- ECM: Alimentazione consapevole e sana Nutrizione. ONB
- Corso pratico, terza edizione: "Tecniche e strategie specifiche per affrontare obesità e disordini alimentari". Cava de' Tirreni, 1-2 Ottobre 2016.
- Nutrizione e integrazione del paziente oncologico, tenuto dalla Scuola di Nutrizione Salernitana il 22-23 Ottobre e 5-6 Novembre 2016.
- “VIAGGIO NELLE PATOLOGIE GASTROINTESTINALI” svoltosi a Roma – Residenza d’Epoca “I Cappuccini” il giorno 18 Febbraio 2017, Organizzato da SLAM;
- Seminario d’aggiornamento Scuola di Nutrizione Salernitana: Gravidanza e allattamento, 28 Marzo 2017, docente: Arianna Rossoni;
- Seminario di Aggiornamento Scuola di Nutrizione Salernitana: Gestione del Blocco Metabolico, modalità di intervento e applicazioni nutrizionali; 7 Giugno 2017; docente: Armando D'Orta;
- Corso di aggiornamento ECM: "Divezzamento: buone pratiche nutrizionali", organizzato dall'ABNI. Rimini 20-21-22 Ottobre 2017, Suite hotel Litoraneo, viale Regina Elena.
- Corso di Cucina Naturale con Giovanni Allegro a Cascina Rosa, organizzato da Salute Donna Onlus - Istituto Nazionale Tumori - Divisione di Epidemiologia; 21-22 Novembre 2017 Via Vanzetti 5, 20123 Milano.
- Equilibrio donna , nutrizione femminile a 360 gradi, corso organizzato da Equilibrio donna e scuola di nutrizione salernitana, tenutosi da ottobre 2018 a febbraio 2019
- Corso FAD “Emergenza sanitaria da nuovo coronavirus SARS CoV-2: preparazione e contrasto”, marzo 2020, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità;
- “Ormoni: una sinergia multifattoriale per il benessere a 36° gradi”. Roma, 28 novembre 2020;
- Corso Mondo mamma, Aiutare la mamma in modo non prescrittivo. Edizione N. 1 - valido dal 01/06/2022 al 31/12/2022
della durata di: 10 ore
.... e tanti altri! Sai che sono in continua formazione vero??
Non voglio continuare ad annoiarti, fai un giretto sul mio sito, guarda la sezione "ricette", sono sicura qualcosa ti piacerà!
Scrivimi
Ecco dove puoi trovarmi:
- Largo Murialdo 9 - 00041 ALBANO LAZIALE (RM) presso il Centro Psicologia Castelli Romani
- Consulenze online a distanza
Per appuntamento:
- Tel: 3204604812
- E-mail: defilippielisa@gmail.com