Svezzamento: una guida pratica

Nel mondo dello svezzamento c’è tantissima confusione: le informazioni che circolano spesso non sono esatte, alcuni falsi miti che sono ancora fortemente radicati in generazioni di educatrici/nonni/mamme permangono e disorientano la neomamma.

Proverò in questo articolo a fare chiarezza, mettendo a vostra disposizione la mia esperienza di mamma e nutrizionista, illustrandovi anche quelle che sono le attuali linee guida ufficiali.

Chiariamo innanzitutto un concetto: non esistono regole universali per lo svezzamento. Ogni bambino segue diverse tappe di sviluppo cognitivo e motorio, pertanto il genitore deve fare una sola cosa prima di iniziare a svezzare: mettere al centro dell’attenzione il proprio bambino ed osservarlo attentamente. CHI MEGLIO DI UN GENITORE è in grado di capire cosa è meglio per il proprio figlio?

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Lei è la mia Camilla, qui era uno dei primissimi approcci con il cibo

Cosa vuol dire svezzamento?

Partiamo dalla DEFINIZIONE DI SVEZZAMENTO: “svezzare” o “divezzare” significa letteralmente “togliere il vezzo”. Quale vezzo mi chiederete voi? Quello del latte materno. In realtà da molto tempo si è visto che il latte materno non è un vizio ma una necessità del bambino, sia emotiva che nutritiva. Ecco perché sarebbe più giusto parlare di ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE AL LATTE: questo perché gli alimenti inseriti vanno AD AFFIANCARE E NON A SOSTITUIRE il latte, INTENDENDO SIA QUELLO MATERNO CHE ARTIFICIALE.

 

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Molti di voi infatti non sanno che il latte, ripeto sia materno che artificiale, è il nutrimento principale fino al compimento dell’anno di vita del bambino. L’alimentazione complementare serve appunto a “completare” l’alimentazione del bambino, fermo restante che dopo i 6 mesi di vita NON E’ VERO CHE IL LATTE (DI MAMMA E NON) DIVENTA INSUFFICIENTE, bensì il bambino inizia ad avere bisogno di altro, ovvero un maggiore introito di energia, ferro e vitamina D!

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Uno dei primi piatti preparati per Camilla: notate il formato della pasta (no pasta con il “buchino” tipo mezze maniche e penne per evitare spiacevoli episodi di risucchio) e il taglio delle uova e delle carote (tutto deve essere tagliato a listarelle. Ho seguito l’approccio BLW, ovvero lo svezzamento guidato dal bambino di cui vi parlerò tra qualche riga.

Fatte queste premesse, chi può dire quando un bambino è pronto ad essere svezzato? Potremmo rispondere “il pediatra” o “la mamma”. In realtà è il bambino stesso a comunicarcelo, per questo dovremmo osservarlo nella finestra temporale che va’ dai 5 ai 7 mesi per capire quando sarà pronto a questo cambiamento così importante!

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di iniziare lo svezzamento dopo il compimento dei sei mesi di vita del bambino. Dello stesso parere è anche American Academy of Pediatrics (AAP) e l’IOM (Institute of medicine-USA): l’indicazione data è quella di allattare esclusivamente al seno fino ai sei mesi di età, quando verranno introdotti gli alimenti complementari. La stessa raccomandazione è condivisa da UNICEF e il Ministero della Salute Italiano.

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Svezzamento: una guida per iniziare

Esistono dei segnali ben precisi che ci indicano se il bambino è pronto o meno a mangiare il primo cibo solido:

  1. Il bambino mantiene la posizione seduta con minimo appoggio e la testa allineata con il tronco: se seduto al seggiolone, è in grado di reggersi bene, senza avere la testa o il busto che “ciondolano” da una parte all’altra;
  2. Il bambino coordina occhio-mano-bocca così da poter localizzare, afferrare il cibo e portarselo in bocca da solo (come fa con i suoi giochi);
  3. Il bambino avrà perso il riflesso di estrusione e sarà in grado di deglutire.

Per quanto riguarda il riflesso di estrusione, sappiate che è un movimento involontario del bambino in base al quale la lingua viene spinta fuori contro qualsiasi oggetto posizionato nella parte anteriore della bocca, così da spingerlo fuori.

Per capire se effettivamente questo riflesso si è estinto possiamo avvicinare un cucchiaino (anche vuoto) alla bocca del nostro bambino toccandone le labbra, se a questo punto il bimbo porta in fuori la lingua quasi sfregandola sul palato allora il riflesso è ancora presente. In genere viene perso verso i 5-6 mesi (nella mia esperienza di mamma, la mia secondogenita che ad esempio a sei mesi stava già perfettamente in piedi sa sola, ha perso questo riflesso a circa sei mesi e mezzo).

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Il broccolo coyto a vapore può essere uno degli alimenti col quale poter iniziare l’autosvezzamento: facilmente impugnabile e senza rischi particolari!

Altra nozione fondamentale: distinguere gli episodi di GAGGING dagli episodi di “SOFFOCAMENTO”. Cos’è il GAGGING? Una sorta di “continuum” con il riflesso di estrusione: il bambino infatti impara (dopo i 5-6 mesi di età) fino a che punto può spingere posteriormente nella bocca le dita/cibo solido. In questo modo il bambino impara a non riempirsi troppo la bocca: se ingoia dei pezzi di cibo troppo grossi, il gagging li sposta in avanti per essere ulteriormente masticati prima di deglutirli, prevendendo il rischio di soffocamento. Possono esserci pertanto conati/episodi di vomito. Diversa cosa è il soffocamento: in questi casi un corpo estraneo va ad ostruire le vie aeree e bisogna intervenire tempestivamente con le manovre di disostruzione pediatrica che TUTTI NOI DOVREMMO CONOSCERE (frequentate un corso di disostruzione pediatrica).

FATTE tutte queste premesse, forse non sapete che esistono bene 3 diversi approcci per avvicinarsi al mondo dello svezzamento, vediamoli insieme!

1. PRIMO APPROCCIO: SVEZZAMENTO CONVENZIONALE. Diciamo che non ha bisogno di grandi presentazioni, è quello che conosciamo tutti (riportato nella famosa “ricetta del pediatra”). In genere si procede così:

  • Si comincia con qualche cucchiaino di mela/pera/banana grattugiata;
  • il passaggio successivo è l’introduzione della prima pappa:  180-200 ml di brodo vegetale (fatto con sedano-carota-cipolla) + 2-3 cucchiai delle verdure usate per il brodo, frullate + 3 cucchiai di cereale (in generale si inizia con crema di riso o mais o tapioca) + 1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva;
  • Dopo qualche giorno si cominciano ad inserire le proteine, cotte da fresche e poi omogenizzate oppure omogenizzati già pronti (si comincia con mezzo vasetto).

2. SECONDO APPROCCIO: AUTOSVEZZAMENTO O ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE A RICHIESTA (ACR) secondo Piermarini, introdotto in Italia dal 2001. In questo caso gli alimenti domestici vengono opportunamente sminuzzati, tagliati a pezzettini, schiacciati per facilitare la masticazione. Il bambino può sia afferrare il cibo da solo che venir alimentato con il cucchiaino;

3. TERZO APPROCCIO: BABY LED WEANING (BLW, ovvero svezzamento guidato dal bambino) secondo Gill Rapley, introdotto nel Regno Unito a partire dal 2003. In questo caso il bambino mangia da sè con le mani il cibo che gli viene presentato nella sua integrità a pezzi di dimensioni e forme appropriate (i cosiddetti finger foods).

Negli ultimi due modelli (simili ma non identici!) viene riconosciuto pienamente un ruolo di PARTECIPANTE ATTIVO al bambino che controlla fin dall’inizio la sua alimentazione. I genitori pianificano quali alimenti domestici salutari proporre ma è il bambino A DECIDERE se, quanto e con quale velocità mangiare. Pertanto, non appena il piccolo comincerà a mostrare i segnali che ho descritto sopra, quindi è curioso nei confronti del cibo, cercherà di afferrarlo e portarselo alla bocca (non prima dei 6 mesi, mi raccomando), gli verrà permesso di mangiare ciò che mangiano i genitori. Quindi no pappe, no omogenizzati, no pasti prepararti solo e appositamente per il bambino: si mangia lo stesso cibo, tutti insieme, tenendo ben presente che il bambino dovrebbe limitare (secondo le raccomandazioni OMS) sale e zucchero (QUI UN MIO ARTICOLO A RIGUARDO) prima del compimento del primo anno di vita!

PICCOLA E DOVEROSA PRECISAZIONE: il bambino completerà i suoi pasti con il latte materno o formulato fino a quando non avrà sviluppato le abilità per assumere quantità di cibo solido nutrizionalmente sufficienti. ATTENZIONE: a mio parere, non tutte le famiglie sono adatte per i due modelli di autosvezzamento appena descritti! Il presupposto fondamentale è che la famiglia mangi bene! Questo tuttavia non è un concetto scontato neanche per chi adotterà il modello convenzionale di svezzamento, presupponendo il fatto che il bambino intorno all’anno di età comincerà a mangiare ciò che viene cucinato per tutta la famiglia!

 

CARA MAMMA, CHE TIPO DI SVEZZAMENTO VORRESTI PER IL TUO BAMBINO?

Arrivata a questo punto, cosa pensi sia meglio per te e per il tuo bambino cara mamma? Svezzamento tradizionale quindi le classiche pappe o uno dei due modelli di autosvezzamento o un mix dei tre tipi di approcci?

Sulla base di quella che è la mia esperienza posso dirti: NON è detto che una famiglia debba abbracciare per forza una modalità ben precisa! Insomma, tra il bianco ed il nero ci sono mille sfumature di grigio, sei d’accordo con me?

Possono presentarsi infatti due scenari che ho visto svariate volte nelle consulenze per le neo-mamme che si rivolgono a me per lo svezzamento dei loro piccoli:

  1. La famiglia decide per lo svezzamento tradizionale ma il bambino non vuole essere imboccato, non ne vuole proprio assolutamente sapere: cara mamma, il tuo bambino ha scelto per te…
  2. La famiglia ha optato per una delle due modalità di autosvezzamento ma il bambino non mostra alcun interesse per il cibo sminuzzato per lui, non lo afferra, non gli interessano le posate, preferisce essere imboccato e magari a 7 mesi non riesce ancora a stare perfettamente seduto….Nulla ti vieta cara mamma di iniziare con uno svezzamento tradizionale e poi passare gradualmente all’autosvezzamento!

Come ho già precisato all’inizio di questo articolo: ogni bambino è un mondo a sé! Voi che siete i genitori dovete osservare il vostro cucciolo e decidere cosa è meglio per lui! Vi racconto brevemente la mia esperienza personale.

Sono mamma di due bambini. Con il mio primo bimbo, da mamma poco esperta e da nutrizionista ancora non molto formata sull’argomento, ho iniziato con lo svezzamento tradizionale, per poi passare nel giro di un paio di mesi all’autosvezzamento! Per la secondogenita invece ho iniziato subito con l’autosvezzamento, ma ho dovuto aspettare il compimento dei suoi 7 mesi poiché non aveva ancora perso del tutto il riflesso di estrusione!

Vi ripeto, ogni bambino è a sé!

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Camilla alle prese con pezzetti di mandarino

Come mamma e come nutrizionista sono profondamente convinta dell’inutilità del cosiddetto baby foods industriale, ovvero tutto quell’insieme di omogenizzati/pappe pronte/alimenti destinati ai bambini in generale. Quindi anche se optate per uno svezzamento tradizionale, cucinate cibi freschi e preparati da voi.

Dal punto di vista scientifico, I VANTAGGI DEL BABY LED WEANING e DELL’ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE A RICHIESTA sono numerosi, come ad esempio:

  • incoraggia la famiglia a mangiare TUTTI INSIEME;
  • favorisce l’autoregolazione del bambino (quando è sazio smetterà spontaneamente di mangiare);
  • permette al bambino di apprendere le consistenze, l’aspetto, gli odori e i sapori dei diversi cibi (un conto è la pappa con broccolo/carota/zucchina/patata tutto frullato, un conto è la possibilità del bambino di prendere singolarmente ogni verdura e assaggiarla);
  • introduce sin dall’inizio pezzi di cibo di varie dimensioni riducendo il rifiuto al cibo in pezzi nelle età successive (spesso quando si passa dallo svezzamento tradizionale al cibo che mangia la famiglia, il bambino deve subire un “secondo” svezzamento!)
  • …quanto tempo risparmiamo noi mamme nel preparare per tutti quanti lo stesso pasto)

Quello che mi preme sottolineare infine, è il BUON ESEMPIO DA PARTE DI TUTTA LA FAMIGLIA! Mangiando cibi salutari e variando la dieta con nuove combinazioni, sapori e consistenze, garantirete a vostro figlio l’assunzione di tutti i nutrienti di cui ha bisogno!

Avete ancora dubbi?  Qui trovi il mio libro pubblicato a marzo 20022 con Red edizioni.

Se tutto questo non dovesse bastarti, puoi iscriverti al mio videocorso sullo svezzamento oppure richiedermi una consulenza individuale per il tuo bambino.

 

 

Grazie per aver letto questo articolo fino in fondo! Se ti è piaciuto, ti invito a seguirmi sulle mie pagine sociale. Mi trovi su instagram come @unamammanutrizionistaincucina oppure su Facebook alla pagina Dott.ssa Elisa De Filippi Biologa Nutrizionista. Se invece desideri nuove ricette per te e per la tua famiglia, allora ti invito a iscriverti al gruppo facebook “una mamma nutrizionista in cucina

 

Bibliografia/Sitografia:

 

 

 

 

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