Grosso, fine, marino, salgemma, rosa o rosso proveniente dall’Himalaya o nero delle Hawaii, affumicato con o senza la presenza di iodio. Di cosa stiamo parlando? È facile intuire che l’argomento che vorrei affrontare oggi riguarda l’ingrediente maggiormente utilizzato in tutte le cucine del mondo, ovvero: il sale alimentare. Lo utilizziamo per la preparazione di moltissime pietanze e lo ritroviamo presente in molti alimenti trasformati oltre che i confezionati. Ma cosa succede durante lo svezzamento o l’autosvezzamento? Il sale ai bambini: come comportarsi con l’alimentazione complementare?
Ne conosciamo solo una minima parte delle quantità che introduciamo nel nostro organismo, e in quello dei nostri figli soprattutto, perché come puoi immaginare è contenuto già in molti alimenti. Parliamone!
Il sale ai bambini e il sale agli adulti: quanto ne sai?
Il sale alimentare è un ingrediente di antica memoria. Moneta di scambio per molte società passate (la parola salario deriva proprio da sale) ed arriva sulle nostre tavole in comode e facili confezioni. Il sale ai bambini fa male se in eccesso rispetto alla loro crescita, così come l’eccesso nuoce agli adulti.
Presente in natura in larga parte nel mare e in minima parte nei giacimenti di salgemma, il cloruro di sodio è un prodotto raffinato con molteplici utilizzi oltre che quello di insaporire le pietanze. Ci limitiamo a quest’ultimo uso ovviamente cercando di capire cosa ci sia dietro alla dicitura “un pizzico di sale” che troviamo in molte ricette.
Basta un poco di …. sale?
A ben vedere le statistiche, gli studi scientifici sugli effetti dell’abuso del cloruro di sodio non si tratterebbe solamente di un pizzico di sale in più. Il consumo globale ci riporta un dato di dieci volte le quantità raccomandate rispetto alle linee guida di una sana alimentazione.
Teniamo conto che un individuo adulto in condizioni di salute normale necessita al giorno di una quantità di circa 100 – 600 mg di sodio al giorno, pari all’incirca a 1, 5 grammi di sale. La maggior parte della popolazione adulta consuma invece tra gli 8 e i 15 grammi al giorno. Tanto, non trovate? Un dato allarmante che ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a chiedere il sostegno dell’industria alimentare nell’abbassare i livelli di sodio nei cibi confezionati e nei preparati che si acquistano al supermercato.
Il sale negli alimenti confezionati
Alla fine non è tanto quel pizzico di sale che utilizziamo nelle pietanze preparate in casa o aggiunto all’acqua per insaporire la pasta, ma il sodio nascosto negli alimenti propriamente confezionati.
Prendiamo ad esempio i salumi, i formaggi stagionati, le salse come maionese, soia, ketchup o il pane che di per sé ha una quantità molto limitata di sale nella sua preparazione, ma se ne mangiamo quattro volte le quantità consigliate, gli sforzi di assumere meno sodio vengono vanificati in poco tempo.
Inoltre, aggiungiamo i vari additivi artificiali che compongono molti preparati surgelati e pronti all’uso, in pochi piccoli salti dalla padella, che contengono paroloni come glutammato di sodio, sorbato di sodio e polifosfato di sodio.
Cosa comporta un consumo eccessivo di sodio?
Prima di parlare di dare o meno sale ai bambini occorre capire a che tipo di problematiche andiamo incontro. Infatti, i problemi che si possono riscontrare nell’assunzione troppo elevata sono molteplici e in particolare si riscontrano:
- ipertensione arteriosa (pressione alta);
- problemi cardiovascolari;
- obesità.
L’attenzione sulle quantità di sale assunto in una dieta per un adulto sono molto importanti e lo diventano ancora di più quando riguardano il discorso sul sale ai bambini. Se noi grandi assumiamo troppo sodio altrettanto non possiamo comportarci in egual misura con i bambini che si approcciano a una nuova alimentazione.
Il sale ai bambini e lo svezzamento
Il momento in cui l’alimentazione lattea non è più in grado da sola di soddisfare il fabbisogno del neonati di nutrienti idonei alla sua crescita avviene il passaggio a un’alimentazione semi solida. L’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi e successivamente l’introduzione complementare al latte materno, o in formula, di alimenti di diverse consistenze e gusto. Preparati senza l’aggiunta di sale e di zucchero.
Dobbiamo pensare allo svezzamento come una grande palestra dove ogni giorno ci alleniamo a dare tonicità ai muscoli troppo a lungo a riposo. In egual misura in un momento molto importante di scoperta di nuovi gusti, consistenze e odori formeranno le sensazioni e le preferenze personali durante la crescita.
Cosa fare per evitare il sale ai bambini?
1 Allenamento alimentare
Abituare il bambino fin da subito a consistenze e gusti naturali, proprio come in una grande palestra, è un allenamento costante che vedrà i suoi frutti con il tempo. Sembrerà impossibile eppure i neonati hanno un maggior numero di papille gustative che già dalla nascita sono in grado di conoscere i quattro sapori base tra cui il salato e l’amaro. Sviluppare il gusto però richiede di per sé un grande esercizio di elaborazione e di tantissima esperienza che avverrà assaggio dopo assaggio.
2 In autosvezzamento meno sale per tutti
Se hai optato per l’autosvezzamento, è necessario attuare un cambio di direzione per tutta la famiglia, che, credimi, è sempre cosa buona e giusta per tutti, grandi e piccini!
3 Quello giusto!
Scegliere il sale da cucina giusto è altrettanto importante, così come saperlo limitare in un menù per tutta la famiglia. La tipologia di sale più adatta sia nello svezzamento che in età adulta è arricchita con iodio o iodato di potassio.
È un elemento molto importante per il funzionamento della tiroide e che a meno non si viva al mare, richiede una buona dose di iodio per poter svolgere il proprio compito. Un corretto sviluppo psicofisico e la produzione di energia necessaria a bruciare i grassi sono parte del lavoro di una tiroide funzionante. Tuttavia lo iodio presente nell’aria, nella terra e in molti alimenti non è sufficiente per un corretto funzionamento. L’arricchimento di iodio nel sale marino permette tra le altre cose di ridurre le quantità di sodio che il nostro fisico andrà ad assumere.
Il sale nella pappa lo mettiamo sì o no?
Il sale nella pappa o negli alimenti che diamo ai nostri bambini o neonati, non è un divieto assoluto, ma sappi che è bene non utilizzarlo (o limitarne al massimo l’uso) soprattutto al di sotto dei 12 mesi. Di fatto, per i piccini alle prese con i nuovi gusti e sapori non è necessario, perché possono scoprire e assaporare i sapori reali del cibo proposto, così da apprezzarne l’essenza sin da piccoli.
Stay calm!
Se capita un pizzico di sale nell’acqua della pasta per tutti, o nell’impasto delle polpette che si preparano per tutta la famiglia, non è assolutamente un problema. Tanto meno se capiterà che il piccolo di casa allunghi le mani nel piatto di mamma o papà per provare il cibo dei grandi.
Siamo noi adulti che mangiamo aggiungendo troppo sale, il doppio rispetto alle linee guida di una sana e corretta alimentazione. Se anche noi adulti riusciamo a limitarci aggiungendo quel pizzico di sale e nulla di più, non ci sarebbe nessun problema a lasciar assaggiare il nostro cibo.
Non dimenticare che quando sarà il momento di iniziare con i primi sapori il tuo piccolo inserirà con i suoi tempi nel menù di tutta la famiglia. Tanto vale iniziare a mangiare in modo più equilibrato andando a correggere alcuni semplici errori.
6 consigli pe partire bene con un’alimentazione consapevole:
Una corretta alimentazione per tutta la famiglia è possibile seguendo alcuni piccoli consigli:
- evitare i cibi precotti, in scatola addizionati di sale e quelli fritti che invece lo assorbono;
- evitare gli insaccati e tutta la carne processata (es. wurstel);
- preferire alimenti a basso contenuto di sodio come formaggi non stagionati (compreso il parmigiano reggiano);
- sostituire nelle preparazioni il sale con erbe aromatiche, spezie, olio extravergine d’oliva;
- moderare gli alimenti che contengono sale aggiunto come pizza, cracker, grissini, focacce e pane. Se assunti senza esagerare e abusarne risparmierai la quantità di sale aggiunto nell’organismo;
- preferire ingredienti freschi che seguono la stagionalità, ma se questo non è possibile, leggere bene le etichette.
Meno sale nel cibo, più sale nella vita
In conclusione, meno sale ai bambini nel cibo e più sale “in zucca” nelle nostra vita di genitori! Il sale, dai 9 mesi in poi (prima sarebbe meglio evitarlo perché potrebbe rivelarsi dannoso per i reni) non è assolutamente vietato, ma è importante che venga moderata la quantità assunta. È importante che si educhi al sapore tenendo conto che un bambino non ha bisogno di un eccesso dello stesso, ma di poter esplorare il cibo con tutti i cinque sensi.
Toccare il cibo con le mani, annusare, guardare, sentire il suo rumore e assaggiare una pietanza preparata per la famiglia. Non esiste il cibo per grandi e il cibo per i più piccoli, ma esistono accortezze per entrambi che lo rendono sano ed equilibrato per tutti.
Ne parlo anche nel mio libro: Svezzamento: Io mangio con voi!
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