Svezzamento: le nuove linee guida 2023

Svezzamento: le nuove linee guida 2023.

Ci siamo! Dopo tanti anni l’’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato delle nuove linee guida sull’alimentazione complementare per l’infanzia.

Quasi non ci dormo la notte. Questa mattina non vedevo l’ora di sedermi alla mia postazione di lavoro per poterle leggere e tradurre per la community affezionata che mi segue sui miei canali social e per le mamme che seguo ogni giorno nelle consulenze.

Queste linee guida sullo svezzamento (o meglio sull’alimentazione complementare a richiesta) hanno un obiettivo ben preciso: oltre a ribadire l’importanza dell’alimentazione complementare a partire dai 6 mesi di età, vogliono fornire indicazioni chiare per garantire una crescita sana e lo sviluppo di modelli alimentari sostenibili. Questo è quello che leggo nelle prime pagine.

L’OMS sottolinea come i primi 6-23 mesi di vita del bambino siano un periodo critico per i bambini, poiché lo svezzamento influisce sulla loro crescita, sviluppo cognitivo ed emotivo, e può persino avere un impatto sulla loro salute da adulti.

Fin qui, insomma, ci siamo. Mi addentro così nella lettura delle raccomandazioni che sono in tutto sette.

Nei prossimi paragrafi troverai un piccolo riassunto e qualche considerazione personale su ciascuna raccomandazione. I professionisti della salute mi perdoneranno: ho cercato di portare un pizzico di leggerezza ed ironica perché la lettura non è proprio leggerissima.

Parto davvero adesso.

linee guida-svezzamento

Prima raccomandazione: l’importanza dell’allattamento

L’OMS ha deciso di ricordare l’importanza dell’allattamento al seno, sottolineando una cosa fondamentale: per permettere che ciò accada, è essenziale offrire alle madri che lavorano fuori casa servizi come asili nido in loco (fantascienza pura in Italia), sale e luoghi per l’allattamento (ohmmmm…) e orari di lavoro flessibili (….doppio ohmmmm). Viene consigliato anche l’accesso ai servizi definiti di “consulenza” per l’allattamento (al di là di qualche consultorio o di qualche centro maternità, in Italia questi spazi sono pressoché inesistenti…anche qui doppio ohmmmm..).

Questo paragrafo continua ancora ma prima di procedere voglio fare una precisazione. Queste linee guida sullo svezzamento devono abbracciare tutto il mondo.

Quindi riguarderanno sia i bambini nati in Cina, che quelli nati in Italia, così come i bambini nati in Argentina, Bolivia, Brasile, Ecuador, Egitto Filippine, Guatemala, Nigeria, Pakistan, Paraguay, Perù, Sudafrica, Tanzania Thailandia, Zimbabwe.

Non a caso, questi ultimi sono tutti paesi considerati in via di sviluppo, le cui situazioni socioeconomiche nonché igienico sanitarie sono ancora in evoluzione. Ecco perché l’Oms deve specificare che il latte materno è una fonte preziosa di sostanze nutritive per i bambini in contesti a risorse limitate, dove i cibi complementari prevalenti sono alimenti amidacei.

Inoltre, il latte materno offre una protezione immunitaria attraverso una vasta gamma di sostanze non nutritive, un aspetto particolarmente importante in ambienti con scarsa igiene. Nei paesi in via di sviluppo l’allattamento al seno è considerato vantaggioso per la salute materna a breve e lungo termine, contribuendo alla regolazione delle nascite in assenza di contraccettivi moderni e riducendo il rischio di alcune malattie.

Andiamo avanti.

Seconda raccomandazione: il latte animale

Se nonna Maria leggesse questa raccomandazione, direbbe “te l’avevo detto che potevi mettere il latte vaccino nel biberon a sei mesi, vedi che pure l’OMS lo dice? Lo vedi che siamo tutti venuti su bene con il latte di mucca?”. Questa raccomandazione, la dobbiamo spiegare bene a nonna Maria.

Cara nonna, se tu vivessi in un paese del terzo mondo e per X motivi il tuo bambino non ha potuto ricevere il latte materno, prendi il latte di mucca.

Prendilo sì, perché altrimenti il tuo bambino rischia di morire di fame oppure di prendersi una di quelle infezioni letali dovute all’acqua contaminata dei pozzi. Non te lo puoi permettere il latte formulato 1 o 2 perché lì costa troppo.

L’OMS, per salvare quel bambino, quella vita, dice di usare il latte animale, anche dal sesto mese. Ma nonna, se sei in Italia, puoi usare il latte artificiale nelle formule che esistono e che sono adatte al primo e secondo anno di vita del tuo bambino. Anche questo l’OMS lo dice chiaramente: le raccomandazioni varieranno in base al contesto specifico.

Quindi anche su questo punto, per te che ti trovi in Italia, non cambia una virgola.

Terza raccomandazione: svezziamoli intorno ai sei mesi

Questa è semplice. In poche parole, si raccomanda di introdurre i cibi complementari intorno ai 6 mesi, ma viene riconosciuto il fatto che ci possono essere tanti fattori (culturali, economici, sociali) ad influenzare questa decisione.

L’OMS riconosce anche che alcuni bambini potrebbero trarre beneficio da un’ulteriore introduzione precoce di cibi complementari.

Ci si riferisce soprattutto alla carenza di ferro, di cui alcuni bambini sono a rischio carenza se sono nati prematuri o con basso peso alla nascita. Tuttavia, l’introduzione precoce di cibi complementari, anche se arricchiti di ferro, non previene adeguatamente l’anemia da carenza di ferro nelle popolazioni ad alto rischio.

Quindi, provando a trarre qualche conclusione, se si sospetta un’anemia, forse è il caso di non vedere come unica soluzione l’inizio dello svezzamento in anticipo. Questo vale anche per altre condizioni cliniche. Insomma, svezzarli prima, quasi mai è la soluzione giusta.

linee guida-organizzazione mondiale sanità

Quarta raccomandazione: la diversità alimentare

Questo paragrafo sottolinea l’importanza di una dieta varia per i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi, con un’enfasi sugli alimenti di origine animale, frutta, verdura, legumi, noci e semi a causa della loro densità di nutrienti superiori rispetto ai cereali.

L’OMS cita questo: gli alimenti amidacei dovrebbero essere consumati con moderazione a causa della loro minore densità di nutrienti e della presenza di anti-nutrienti.

Me la immagino nonna Maria che dice “te l’avevo detto che la fettina di carne grossa quanto questa credenza la doveva mangiare tutti i giorni”. Ecco, nonna, ricordati sempre che l’OMS parla anche dei bambini in via di sviluppo, in cui c’è una reperibilità differente rispetto all’Italia.

Inoltre, le raccomandazioni includono anche paesi dove è più difficile aderire a una dieta vegetariana/vegana.

Quindi, no, non cambia la piramide alimentare e il piatto sano del bambino.

Quinta raccomandazione: la varietà alimentare

Queste linee guida sullo svezzamento raccomandano di limitare quanto più possibile l’utilizzo di alimenti trasformati, fortemente salati o zuccherati o ricchi di grassi saturi. Si riferisce più volte ai succhi di frutta o bevande fortemente zuccherate.

La mia considerazione? Anche qui, nulla di nuovo, lo sapevamo già.   Niente estremismi di alcun tipo, se il piccolo assaggerà qualche biscottino ogni tanto o la famosa torta della nonna Maria sempre una tantum, non succede nulla.

L’importante è abituare il bambino ad una grande varietà di alimenti dai sei mesi in su.

Sesta raccomandazione: utilizzo di integratori o alimenti fortificati

Il consumo di una dieta variegata di cibi complementari localmente disponibili e ricchi di nutrienti dovrebbe essere sempre la priorità per soddisfare i bisogni dei bambini piccoli per la crescita e lo sviluppo.

Tuttavia, in ambienti in cui tali cibi non sono regolarmente disponibili o accessibili, gli integratori alimentari e i prodotti alimentari fortificati possono contribuire a colmare le carenze nutrizionali.

In questi contesti, le carenze di micronutrienti come ferro e zinco sono spesso diffuse a causa delle scorte basse alla nascita, dell’apporto inadeguato da parte dei cibi e dei requisiti nutrizionali aumentati dovuti al malassorbimento e alle infezioni.

Quindi integrazione sì, ma solo lì dove ce n’è bisogno e mai il fai da te!

Settima e ultima raccomandazione: i bambini non vanno forzati a mangiare

Le nuove linee guida OMS sullo svezzamento dicono testualmente: i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi dovrebbero essere alimentati in modo responsivo, definito come “pratiche alimentari che incoraggiano il bambino a mangiare autonomamente e in risposta alle esigenze fisiologiche e di sviluppo, il che può promuovere l’autoregolazione nell’alimentazione e sostenere lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale”.

Che vuol dire in poche parole? Vuol dire che i bambini non vanno mai forzati a finire quello che hanno nel piatto. Non vanno usati escamotage come areoplanini, cucchiaini infilati a tradimento in bocca, tablet e cellulari con canzoncine e balletti per poter far mangiare a tutti i costi un bambino.

Quello che si sta creando, è una relazione a tutti gli effetti e come tale andrebbe sostenuta, incoraggiata.

L’alimentazione responsiva si basa su tre passaggi fondamentali: il bambino segnala la fame e la sazietà attraverso movimenti ed espressioni facciali; il genitore o caregiver riconosce i segnali e risponde in modo adeguato al segnale e in linea con lo sviluppo del bambino; il bambino sperimenta una risposta prevedibile ai segnali inviati. In tutto questo processo verrà inserito nella routine di tutta la famiglia, all’interno della quale verrà inserito con i primi assaggi di cibo solido.

 

Quali sono le considerazioni che posso fare al termine della lettura di queste linee guida sullo svezzamento a cura dell’OMS?

Sicuramente nulla di nuovo all’orizzonte, almeno per quello che riguarda i genitori alle prese in questo 2023 con lo svezzamento.

Per i professionisti sanitari invece, queste linee guida sono un ulteriore invito ad aggiornarsi ed a rimanere informati sul tema.

L’OMS non riporta schemi e tabelle di grammature, né rigide tabelle di cronoinserimenti.

Tuttavia, mi capita ancora di vedere tantissimi genitori che ricevano schemini svezzamento la cui stesura risale davvero alla prima guerra mondiale.

Se sei un genitore che sta per iniziare o ha già iniziato lo svezzamento del proprio bambino, non perderti in questo marasma di informazioni. Per un approccio aggiornato e pratico all’alimentazione complementare a richiesta, puoi trovare il mio libro cliccando qui.

Ma se proprio hai bisogno di essere guidato/a nei primi 6/24 mesi di vita del tuo bambino, possiamo incontrarci virtualmente o fisicamente per una consulenza o percorso svezzamento.

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